giovedì 13 maggio 2010

Intervista a Carlo Martigli (autore di 999 L'ultimo custode)

Carlo A. Martigli è autore di saggi e romanzi, editor, consulente editoriale e giornalista. Tra i suoi romanzi da ricordare su tutti il caso editoriale del 2009 - 999 L'ultimo custode (Castelvecchi editore).

Ciao Carlo e grazie infinite per aver accettato questa intervista malgrado i tuoi impegni. Mi fa davvero piacere scambiare due chiacchiere con te.
Allora, tu sei uno scrittore, un editor, un consulente editoriale, un giornalista e di recente anche uno sceneggiatore, dato che hai iniziato un progetto con la Margot produzioni. Però prima lavoravi in banca, dico bene? Cos'è accaduto, com'è avvenuta questa trasformazione? Come sei diventato scrittore?


Ho sempre avuto la passione della lettura e della scrittura, ma tragiche vicende familiari mi obbligarono a suo tempo di scegliere un lavoro che portasse il pane a tavola. Poi fu più l'abitudine che la necessità a tenermi lontano dallo scrivere. Ma il fuoco covava sotto la cenere. E un giorno, gettando via tutte le sicurezze, con grande paura e un minimo di coraggio, ho deciso che nella seconda parte della mia vita avrei fatto ciò che desideravo sopra ogni altra cosa. Uno dei più importanti agenti italiani, Pier Giorgio Nicolazzini, ha avuto fiducia in me, sempre e mi ha sostenuto nei momenti più difficili. Poi è arrivato 999 L'ultimo custode (Castelvecchi). Posso però dirti una cosa: da quella notte in cui presi la decisione, pur con tutte le preoccupazioni, anche economiche, ho ricominciato a dormire come un bambino.

Da consulente editoriale e talent scout come vedi i giovani scrittori? Ti è capitato qualche volta di scovare tra i manoscritti che ti arrivano per posta qualche lavoro degno di nota che poi ha ottenuto la pubblicazione (e magari anche un discreto successo di vendite e/o di critica)?

Giovani scrittori sono coloro che, a prescindere dall'età anagrafica, hanno la passione dentro e l'umiltà di affrontare passo dopo passo il difficile mestiere di scrittore in una società che considera la cultura un optional anziché un must. Per questo credo sia quasi un dovere sociale leggere i manoscritti e cercare di capire se meritano di essere pubblicati, a prescindere dal contenuto, siano essi saggi o romanzi. Come editor professionale e come consulente editoriale ho accompagnato alcuni scrittori nel percorso dal manoscritto alla pubblicazione. Tra quelli più recenti (tutti editi da Castelvecchi) ricordo Cucinami! di Anna Maria Tedesco, un mix di racconti e ricette intriganti e simpatiche, 16 Giorni di Guido Jucci, avvocato e filosofo, un romanzo molto particolare, dalle mille sfeccettature. Ambedue con ottimi risultati di mercato pur essendo due generi totalmente diversi. E di prossima uscita un saggio del professor Silvano Fuso, Il Libro dei Misteri Svelati sui "falsi" misteri che sono a volte strombazzati in giro come veri, e Humus di Enrico Miceli, un fantastico splatter a metà strada tra Quentin Tarantino e Irvine Welsh.

Tu sei tra l'altro l'autore del romanzo 999 L'ultimo custode (Castelvecchi) che è stato forse il caso editoriale del 2009 con un boom di vendite impressionante per il mercato italiano, e che ora si appresta ad essere tradotto praticamente in mezzo mondo. Come si realizza un lavoro in grado di avere un tale apprezzamento di pubblico?

Non lo puoi sapere mentre lo scrivi. La condizione necessaria è metterci dentro passione (io dico sempre che scrivo con la pancia), tecnica (scrivere è comunicare), conoscenza di ciò che si scrive. Aggiungi un buon agente, un buon editore, un buon ufficio stampa e una buona distribuzione. Ma non è condizione sufficiente. 999 L'ultimo custode ha avuto un'enorme spinta dal passa parola, e poi da lì è arrivata la stampa e la televisione. Critica e pubblico, una volta tanto, sono stati d'accordo. Ora vediamo che cosa avvine in Europa, naturalmente. Ricordando che esiste anche l'imponderabilità del fattore "C".

Pensi che pubblicare racconti su blog o riviste possa essere utile ad uno scrittore al fine di attirare l'interesse di una casa editrice su di sé?

Non sono un assiduo frequentatore di blog, perchè non ne ho il tempo, anche se mi piacerebbe. Ho amici che però a volte mi segnalano racconti divertenti e/o interessanti. Un racconto ha tuttavia una filosofia totalmente diversa dal romanzo. Scrivere (ed essere pubblicati con buone prospettive di riuscita) è essere capaci di correre una maratona senza indicazioni stradali, un racconto è invece una corsa di 100 metri in pista. Solo pochi e fortunati centometristi sono pubblicati e tra questi sono ancora più rari coloro che vendono, e che quindi sono interessanti per un editore. Scrivere racconti è però un inizio, una sorta di allenamento,  e un blog è sicuramente un mezzo per farsi apprezzare. Dopo, però, occorre cercare di fare il salto di qualità e sfidarsi, con grande pazienza e forza di volontà.

Credi che un autore possa riuscire a vivere solo di scrittura?

Ci riescono in pochi. In Italia la maggior parte degli scrittori vive per lo più di un secondo lavoro che magari non ha niente a che fare. Insegnanti, magistrati, avvocati e via dicendo, che arrotondano con le pubblicazioni. Non è il mio caso, ma solo grazie a un successo internazionale come 999 L'ultimo custode.

Hai un'agenzia che ti rappresenta?

Sì, è la PNLA Pier Giorgio Nicolazzini Literary Agency. E' una delle migliori e più importanti agenzie letterarie italiane. per me (e non solo per me, ha nella sua scuderia fior fiore di colleghi) è la numero 1. E' importante, anche per chi comincia, avere un agente. E' colui che ti segnala agli editori, se vali qualcosa anche come "mercato". Inutile, lo dico chiaramente, mandare manoscritti agli editori: nel 99% dei casi, non sono nemmeno letti. Cosa che non succede quando è un agente a inviargli un manoscritto. Ma attenzione un vero agente si remunera solo con le percentuali sulle vendite. Un agente che chieda soldi per "spingere" un libro è solo un parassita dal quale è meglio stare alla larga. Così come con gli editori che chiedono contributi alla pubblicazione.

Un'anticipazione su qualche progetto futuro?

Il mese prossimo usciranno per Castelvecchi i primi tre volumi di una collana che ho voluto e che curo che si chiama Italia Misteriosa. le prime tre regioni saranno Liguria, Emilia Romagna e Toscana. 52 luoghi misteriosi da visitare, uno per settimana, un omaggio di ogni scrittore alla propria regione. Valerio Lonzi per la Liguria, matteo Bortolotti per l'Emilia Romagna e io per la mia Toscana Misteriosa. Per quanto riguarda invece il mio prossimo romanzo (tra l'altro già comprato dalla Germania a scatola chiusa) posso solo dirti che non tradirà il pubblico di 999 L'ultimo custode. Il contenuto è invece top secret, anche perché se i segreti del Conte di Mirandola hanno suscitato tanto interesse, l'argomento del prossimo libro ha qualcosa di veramente sconvolgente. Solo il mio agente è al corrente del contenuto...e non parla!

Be', aspettiamo con impazienza allora.
Grazie Carlo per la tua disponibilità.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

non lo so, ma questa intervista mi ha davvero colpita. ha qualcosa in più, che non so definire, e mi piace da morire. forse la sento austera, ma umilmente consapevole.
e mi complimento con te, con voi.
grazie

simonetta

Blogolo Nel Buio ha detto...

Grazie per i complimenti Simonetta. Carlo è uno che parla chiaro, c'è poco da fare :)
Spero che seguirai con interesse anche le prossime interviste perché ce ne sono ancora tante.

Anonimo ha detto...

seguo, e leggo, da.
difficilmente lascio traccia, ma da dietro le quinte, prendo il meglio.
sì, continuerò, con lo stesso interesse della prima volta.
grazie, a te.

simonetta

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