venerdì 7 maggio 2010

Il Salone del libro di Torino e i piccoli editori


E fra pochi giorni ricomincia la giostra della fiera del libro di Torino, pardon, il Salone. Che poi io l'anno scorso mi ricordo bene com'è andata la presentazione: sala mezza piena, gli «intellettuali» che s'impegnavano per dare un tono il più possibile intelligente alle loro domande idiote, il microfono morto a metà presentazione e a noi è toccato pure sgolarci perché quello nuovo non arrivava. E mi sa che st'anno uguale, a meno che non tiro fuori la scusa del morbillo (l'avrò avuto forse venti volte il morbillo).
Intanto da più parti sento cordate di piccoli editori che si coalizzano per acquistare mini spazi condivisi per i loro stand (bravi davvero!) e mi fa piacere notare un nuovo fermento nell'editoria italiana, una sensazione che da un po' di tempo non avvertivo più. E sicuramente tutto questo fa bene alla letteratura, no?
Da guardare con sospetto invece i soliti stand finanziati dalle regioni (io li ho sempre evitati), a mio avviso pura propaganda politica. Da boicottare.
Per alleggerire un po' vi ripropongo il sondaggio postato sul sito del Salone:

Qual è l'ospite internazionale più atteso?

Yves Bonnefoy
Kiran Desai
Per Olov Enquist
Lars Kepler
Claude Lanzmann
Jonathan Lethem
Anita Nair
Amélie Nothomb
Gregory David Roberts
Vikas Swarup
Tzvetan Todorov
Scott Turow

Io voto per la Nothomb!

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