venerdì 21 maggio 2010

Racconto - Casca il mondo di Ruggero Delle Acque


Il breve racconto di oggi, Casca il mondo di Ruggero Delle Acque, mi ha colpito non tanto per la tecnica narrativa con cui è studiato, forse ancora un po' acerba a dire il vero, piuttosto per la capacità dell'autore di descrivere l'ossessione visionaria di un personaggio lucidamente folle. Inoltre, il modo in cui il concetto di dovere viene assimilato quasi ad un tic nervoso compulsivo e il senso di disprezzo con cui il protagonista guarda al mondo circostante - nella ricerca vana della bellezza -, lasciano a mio avviso intravedere l'immagine di quel disagio sociale crescente e claustrofobico che oggi pare dominante.

(disegno di Francisco Fernandez)



CASCA IL MONDO

di Ruggero Delle Acque


Devo contare quarantatre colpi, poi devo fare cinque giravolte toccandomi, nel frattempo, la fronte con la mano sinistra e infine devo saltellare per undici volte con la gamba destra. Se sbaglio qualcosa o non sono sicuro del conteggio devo ricominciare dall'inizio. Se non lo faccio il mondo finirà.

L'ho sempre fatto per vostra fortuna, perchè a me se il mondo finisce o meno non me ne frega un cazzo. Vedo i suoi occhi ogni giorno.
Li vedo nello specchio, li vedo nella tv che mi parla e mi sorride quasi ammiccandomi, li vedo ora mentre fisso lei nella metro e penso a tutto questo.

In pubblico non ho doveri, non posso averne. Mi prenderebbero per pazzo! Non capirebbero. Nessuno capirebbe. Ho l'obbligo di non avere doveri. Figuratevi sorprendere un tizio che timbra e ritimbra un biglietto per ventisette volte.
Cosa direste a un uomo che fa una cosa del genere?
Magari a lui direttamente niente, ma qualcuno di voi si fermerebbe dal primo poliziotto e dietro le spalle sì che parlerebbe, e sputerebbe sentenze chiamandolo pazzo. Che schifo che mi fate. Tutti!
Ma vi salvo il culo ogni giorno. Lo devo fare. E' un mio dovere.

E sì, sono proprio gli stessi occhi, magari è la volta buona.

Perchè non mi guardi? E dai un secondo. Mi basta solo un tuo accenno, guardami!
Ti prego!

Eccoli finalmente.
Sei tu, ne sono sicuro. Oh sì che sei tu.
Ora devi assolutamente guardarmi.

Ma dove vai? Cazzo no! Non correre.

Che ci fa una ragazza a quest'ora tarda, sola qui fuori tra tossici e marocchini? E io gli salvo il culo ai marocchini.
Ma che guardano? Puzzano che sembra di stare da mia nonna in campagna, tra la merda di maiali e galline.
Come fanno quegli occhi dolci a posarsi su questi animali anche solo per sbaglio? Come diavolo fanno?
Mi fanno schifo. I maiali. Ecco perchè non mangio carne di maiale.
Il coniglio invece no, lo mangio. Ha un non so che di pulito e candido. E poi ha due occhi dolci come quelli dei cartoni animati.

Qui non ci sono più tossici o maiali. Qui non c'è nessuno.
Ma dove cazzo vai? E come cazzo faccio a farmi guardare da te.
«Ehi! S-scusami, hai un secondo?» dico.
Perchè non mi guardi? Con quegli occhi che hai! Perchè non mi guardi anche solo per un secondo?
Sei tu, lo so!
«Ehi!»
E gli occhi: «Sì? Ce l'ha con me?»

No! Perchè l'hai fatto? Cazzo, no. No. No. Dannazione no! Ma dovevi proprio parlarmi?
Merda, ce l'hai con me? No, non dovevi parlarmi!
Ora devo, cazzo, devo farlo, per forza.
E quindi tiro fuori di nuovo il coltello.
Poi conto quarantetre colpi. E ora devo fare cinque giravolte toccandomi, nel frattempo, la fronte con la mano sinistra e, infine saltellare undici volte con la gamba destra. Se sbaglio qualcosa o non sono sicuro del conteggio devo ricominciare dall'inizio.
Se non lo faccio il mondo finirà.

Ruggero Delle Acque vive e lavora a Roma. Di giorno è impiegato presso una clinica privata, di notte è scrittore e poeta. I suoi lavori sono apparsi su varie antologie e riviste. La sua mail è jokertry@hotmail.com 

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe leggere altro di lui...lo trovo interessante nel ritmo, nel soggetto..complimenti!!

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