lunedì 14 giugno 2010

Intervista a Gian Paolo Serino su AffariItaliani: "I veri camorristi sono i lettori di Saviano"

"Secondo me i veri camorristi non sono quelli che Saviano accusa ma i milioni di lettori che hanno letto Saviano, si sono scandalizzati, hanno solidarizzato per poi non dire niente. Tutti zitti, a cuccia, a casa. Hanno riposto 'Gomorra' ben in evidenza nelle loro librerie ma non sono scesi in piazza, non si sono incazzati, che era la risposta minima di un Paese civile. Sono stati zitti: sono stati omertosi. Hanno applicato l’omertà che è il principio base dei camorristi: il silenzio. Per questo i veri camorristi sono i lettori di Saviano".

Vi invito a leggere con attenzione quest'intervista al bravo critico Gian Paolo Serino realizzata da Antonio Prudenzano e apparsa oggi su AffariItaliani dal titolo "I veri camorristi sono i lettori di Saviano". A dire il vero i toni sono piuttosto concitati e personalmente la condivido solo in parte (e a dir la verità provo anche un po' di insofferenza per frasi volutamente a effetto e buttate lì senza motivazione alcuna, come: i Wu Ming, un’associazione a delinquere di stampo immaginario). Reputo comunque Serino critico capace. Mi piacerebbe avere un vostro parere.

Qui l'intervista.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi si perdoni l'impudenza di esprimere parere tra parole decisamente più autorevoli, ma devo dire che, anche se non completamente, mi trovo in linea con le opinioni di Serino sul libro di Saviano. E, d'accordo sulla passione on tv di Saviano,ma di ingenuità ne noto davvero poca. Mi spiego, capisco che ogni buona intenzione abbia buone possibilità di finire a lastricare le famigrate 'vie dell'inferno' e capisco anche che quando si scrive qualcuno possa essere indotto dal proprio ego alla creazione di qualcosa che fili 'liscio' nelle elaborazioni mentali del pubblico, ma ciò che é pensato é pensato.
Un prodotto che nell'esposizione fili così liscio da dover spingere alla reattività del pubblico, che non reagisce, mi induce a pensare che quest'ultimo non sia poi così malleabile come si potrebbe dedurre. Nonostante qualcuno possa mancare di cultura o di lampi sagaci dell'intelligenza o dell'introduzione ad una vita che corrisponda alle proprie capacità od aspettative, il prodotto Saviano sembra comunque troppo reale per essere onesto fino in fondo e certe cose si avvertono anche senza aver frequentato scuole blasonate.
D'accordo anche sull'opinione che Serino ha di microcosmi come Nazione Indiana, che non creano letteratura ma spingono altri ad uscirne. Allora, benvenuto a Serino e al grande Vasco che sa riconoscere talenti.
Nicole

Anonimo ha detto...

Per come la vedo io non si tratta di ingenuità o che altro. Saviano ha fatto il suo lavoro e lo ha fatto bene e a me non va di indagare null'altro su qyest'aspetto. In tutti i modi un certo ambiente camorrista cerca di screditarlo e con l'aiuto di giornalisti del cazzo come Fede o altri ci sta riuscendo. Quindi io apprezzo Saviano sia come uomo che come scrittore, il resto sono chiacchiere.
SimOne

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