Come promesso inserisco l'intervista fatta pochi giorni fa a Sandrone Dazieri. Scrittore, sceneggiatore, consulente editoriale, Sandro è da sempre vicino ai giovani scrittori e risulta dunque molto importante, per me, la sua presenza attiva in questo piccolo Blogolo.
Allora, Blogolo si occupa in modo particolare di esordi e di esordienti, vorrei dunque chiederti di parlarmi un po' dei tuoi inizi, se non erro l'editore del tuo primo romanzo dovrebbe essere Castelvecchi, giusto? Come l'hai convinto a pubblicarti? Credi che il percorso da te intrapreso sia percorribile ancora oggi?
Allora. Quello di Castelvecchi era un saggio sull'underground italiano, Italia Overground. Non fui io a proporlo a Castelvecchi, ma fu uno dei collaboratori di Castelvecchi a propormelo, Sergio Bianchi. Me lo propose perché sapeva che ero un attivista dei centri sociali e che qualche volta il Manifesto ospitava i miei interventi sull'argomento e sulla narativa di genere. Ai tempi, la controcultura aveva forti connessioni con la fantascienza, anche se oggi può stupire. Si parlava delle possibilità delle reti, si discuteva di cyberpunk, un collettivo bolognese prendeva il nome da Transmaniacon, un romanzo di fantascienza di John Shirley. Un paio di anni dopo questo saggio fui contattato da Valerio Evangelisti per pubblicare un racconto in un'antologia dedicata al fantastico, dal titolo Tutti i denti del mostro sono perfetti. La sua idea era quella di affiancare a scrittori professionisti anche dilettanti che però avessero una certa passione per il genere e che lo prendessero, diciamo così, da un'angolazione "alternativa". L'antologia fu pubblicata da Mondadori. Entrai in contatto con Mondadori, cui proposi il mio primo romanzo, Attenti al Gorilla, che è uscito per il Giallo Mondadori. Il Giallo Mondadori, per quanto prestigioso, va ricordato che non è una collana da libreria, ma da edicola. Un periodico. L'approccio vero e proprio alla libreria l'ho avuto solo due anni dopo, quando il giallo è stato ripubblicato negli Oscar perché aveva avuto un buon successo di critica, anche se non di vendite. Questi i miei esordi, quindi, e credo che il percorso da me fatto sia quello ancora preferibile per tutti gli esordienti. Ovvero approfondire le proprie passioni e cominciare dal piccolo. Non sono partito proponendo un romanzo a una major, sono partito scrivendo articoli, poi pubblicando qualcosa di molto personale con una piccola casa editrice di qualità, poi provando con un racconto... Insomma, ho fatto una gavetta lunga, alla quale vanno aggiunti sei anni circa come correttore di bozze per riviste televisive che mi hanno dato le basi della punteggiatura e della grammatica.
Una delle idee per cui nasce Blogolonelbuio è quella di offrire uno spazio ai nuovi scrittori italiani (bravi!) che ronzano attorno ai circuiti indipendenti. Tu che impressione hai di questa nuova generazione di scrittori? Ne segui qualcuno in particolare? Da talent scout ne hai lanciato qualcuno?
Sto aspettando qualcosa che davvero mi stupisca tra le nuovissime leve del noir, che mi sembrano un po' adagiate su modelli classici o derivativi, mentre nell'horror e nel fantastico in generale sto leggendo cose interessanti. Non faccio nomi perché mi sono dato la regola di non recensire mai libri altrui, proprio perché collaboro con case editrici e conosco un sacco di scrittori, e passerei per poco obiettivo. Di solito parlo solo di autori che pubblico direttamente, specificando che, appunto, li sto pubblicando io, quindi quello che dico va preso con beneficio di inventario. Ovviamente a me sono piaciuti, ma nessuno può credere che io sia neutro nei loro confronti. Di autori ne ho lanciati molti in varie collane, anche per ragazzi e giovani adulti. Non faccio nomi perché rischio di dimenticarne qualcuno e poi perché il lavoro dell'editor è qualcosa che giustamente deve stare dietro le quinte.
Hai lavorato per molto tempo nella redazione Mondadori (hai diretto i Gialli e la collana ragazzi). Come si lavora all'interno di una casa editrice così grande? Come si svolgevano la tue giornate?
I Ragazzi non sono una collana ma una divisione della Mondadori ed è stato il lavoro più di responsabilità che ho avuto in ambito editoriale. Le giornate di un editore sono infinite, nel senso che ti porti il lavoro a casa e nei weekend. Comunque, la giornata tipica era quella di andare in ufficio la mattina e uscirne la sera, leggendo manoscritti (la parte minore del lavoro), scrivendo quarte di copertina, decidendo uscite, discutendo con i grafici per le copertine, parlando con traduttori, revisori, uomini marketing, altri direttori... E' un lavoro di squadra. Ma la parte più importante era quella del rapporto con gli autori, che giustamente vedono nel direttore il punto di riferimento. Parli di progetti nuovi, gli racconti come vanno le vendite, li presenti...
Oggi hai scelto di essere scrittore a tempo pieno. E' dunque possibile in Italia vivere dignitosamente con i proventi della propria scrittura?
Dipende dove si colloca il tuo livello di dignitoso e quanto vendi. Io campo soprattutto di scrittura, ma non solo di romanzi. Scrivo per il cinema e per la televisione. Poi mantengo una collaborazione con Mondadori, come editor esterno. Ma i calcoli si fanno presto. Un autore riceve mediamente da uno a due euro per copia di romanzo venduto (in hard cover, la metà o anche meno nel paperback). Con diecimila copie ha quindi l'equivalente del salario di un operaio senza contributi, con 20 mila quelle di un operaio specializzato più contributi, con trentamila di un quadro... Lo svantaggio è che non hai sicurezze: se non vendi non mangi. Il vantaggio è che non hai padroni e ti puoi alzare senza mettere la sveglia. Teoricamente, perché quasi tutti i colleghi che conosco lavorano come dei muli.
Hai un agente che ti rappresenta? Cosa pensi delle agenzie letterarie?
Sì, l'agenzia letteraria Grandi e Associati, poi l'Avvocato Minutillo per il cinema e la televisione. Le agenzie letterarie per un professionista sono fondamentali, per gestire il rapporto con gli editori, che sono quelli che comprano il tuo lavoro, per sostenerti quando sei in crisi (ma qui dipende dai rapporti), per farti pagare eccetera. Per un esordiente sono per lo più una perdita di tempo. O meglio. Se l'esordiente ha scritto un capolavoro, l'agente può strappare un buon prezzo, ma per capirlo l'agente deve leggerlo, e per leggerlo deve avere il tempo e normalmente il tempo lo trova se pensa che non lo sta sprecando. E' un gatto che si morde la coda, ma il tempo non è espandibile a piacimento. Io ho preso un agente solo dopo aver pubblicato il primo romanzo e con una proposta per un secondo. Consiglio di fare così: esordire da soli e poi farsi rappresentare.
Mi parli un po' di La bellezza è un malinteso, il tuo ultimo libro (Strade Blu - Mondadori).
E' l'ultimo romanzo della serie del Gorilla. E' invecchiato con me, ha fatto tutto quello che doveva fare e doveva chiudere il suo ciclo. Come dico sempre, la serie del Gorilla non è una serie, ma un unico romanzo diviso a puntate, con il sapore che varia dall'allegro scanzonato del primo al dramma dell'ultimo. Che parla del furto di un'opera d'arte di Damien Hirst e della scia di sangue che ne consegue. Con la Bellezza volevo violare l'ultima regola del giallo che mi rimaneva da violare: la regola numero uno. Quella che dice: un giallo ruota attorno a un omicidio. Il mio giallo ruota attorno a un suicidio, che sin dall'inizio sai che è un suicidio. Il primo morto ammazzato arriva a metà, e solo perché dovevo per forza mettercelo, altrimenti lo avrei evitato. Molti lettori sono rimasti sconcertati dalla scelta, ed era quello che volevo. Il giallo con l'investigatore che si sveglia la mattina e va a risolvere un caso non mi ha mai interessato molto. Comunque sono contento perché il Gorilla, per lo meno, ha chiuso in Bellezza (ehm ehm, la vera ragione del titolo). Adesso rimane dentro di me e io dentro di lui.
Progetti futuri?
Il nuovo romanzo che sto scrivendo, e che spero di pubblicare a fine anno. Un paio di serie televisive che sto scrivendo. Per rimanere aggiornati consiglio di fare sempre un giro sul mio blog: http://sandronedazieri.nova100.ilsole24ore.com/
Grazie mille Sandro per la tua disponibilità.
2 commenti:
A quanto pare senza un'agenzia colossale alle spalle (meglio due) è impossibile vivere con la scrittura. Non è semplice pubblicare senza agente, ma quello di riuscirci da soli mi sembra un consiglio sensato.
Grazie a Sandrone Dazieri e a Blogolonelbuio per questo scorcio.
Caro Blogolo, grazie per aver condiviso con noi sudditi della speranza, che non è detto che non muoia mai, il sapere autentico del grande Sandrone Dazieri. Io però ancora Blogolo nel buio. Sarà perché ho esaurito i miei quattro neuroni per imbrattare della carta, ma come si fa ad esordire da soli? Me lo stampo e poi stile testimone di Geova vado ad importunare gli sconosciuti casa per casa? Si lo so che pagando ci si può riuscire, ma il problema è esattamente la cronica carenza di ferro e argent che mi affligge. Ti abbraccio forte Blogolo e grazie.
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