Di recente ho scambiato due chiacchiere con gli amici di Libreriamo.it. Nel ringraziarli per la curiosità mostrata verso Blogolo vi ripropongo qui parte dell'intervista (che potrete leggere per intero sul loro portale). Abbiamo parlato di editoria, del Klit, di SugarPulp e di un paio di altre cose.
Il blog letterario Blogolo nel Buio parla di sé, del suo lavoro e
della situazione dell’editoria italiana, proponendo le sue soluzioni
per superare la crisi
Per diffondere l’amore per la cultura e la lettura è fondamentale creare
un incontro, un contatto e un confronto tra le persone intorno al
libro. È quanto afferma Blogolo nel Buio,
blog letterario geloso dell’anonimato dei suoi redattori, che parla di
sé in un’intervista in cui racconta della sua attività e dei problemi
che affliggono l’editoria italiana.
Come nasce Blogolo? Quali sono i suoi obiettivi, i suoi interessi, e in cosa consiste la sua attività?
Le idee di base sono diverse: fare da ponte tra autori e case editrici;
regalare un po' di informazioni e curiosità utili a chi vorrebbe fare
dell'editoria, in un modo o nell'altro, il proprio lavoro; ingannare il
tempo; combattere la noia; non pensare alla morte. Scrivo quando ho
tempo, voglia e la salute me lo permette (ultimamente non sono stato
granché bene), o quando c'è qualcosa di assolutamente importante da dire
(evento straordinario che capita di rado). Detto questo, grazie
all'aiuto di alcuni consulenti e lettori professionisti (molti dei quali
lavorano presso importanti editori, altri invece presso editori seri)
ho creato un comitato di lettura testi inediti che porterà a breve alla
pubblicazione di un paio titoli interessanti (titoli che sapranno
parlare da sé, senza l'aiuto di Blogolo).
Perché Blogolo sceglie l’anonimato dei suoi redattori?
L'anonimato è una componente essenziale del blog per diverse ragioni.
Per prima cosa in questo modo riesco ogni volta a strutturare un
confronto aperto e alla pari con gli amici, anche quelli più timidi, che
mi seguono evitando il disagio che a volte i palazzi dell'editoria
creano. Tramite l'anonimato, inoltre, è possibile mettere al centro i
contenuti del blog eliminando tutta una serie di preconcetti,
permettendo così confronti più aperti e "veri". C'è da aggiungere che si
tratta anche di una piccola provocazione che vorrebbe evidenziare come,
in una società basata sull'apparenza, si possa comunque costruire
qualcosa senza apparire, senza essere assolutamente il centro di questo
qualcosa. Direi infine che si tratta anche di un modo come un altro per
tenere a bada il mio ego, un piccolo esercizio di meditazione zen.
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