giovedì 17 giugno 2010

Intervista a Sebastiano Mondadori: "Ognuno di noi si compromette a modo suo"

Oggi inserisco una rapida intervista a un amico di questo blog, Sebastiano Mondadori, attualmente in libreria con il romanzo Un anno fa domani (Instar libri) che sta ottenendo un successo davvero notevole e, aggiungo io , meritato (candidato al premio Strega e finalista al premio Viareggio).

I romanzi di Sebastiano sono: Gli anni incompiuti (Marsilio 2001), Sarai così bellissima (Marsilio 2002), Come Lara e Talita (Marsilio 2003), L'importanza delle pulizie. Commedia gialla con 25 disegni di Alessandro Trasciatti (Libratti 2008), Un anno fa domani (Instar Libri 2009).
Ha collaborato con Magazine del Corriere della Sera, Io Donna, l’Unità e Nuovi Argomenti. È stato consulente editoriale per conto di molte case editrici. Ha diretto la collana “Ricerca” per conto di Bruno Mondadori e la casa editrice Cardano . Ha fondato la scuola di scrittura creativa Barnabooth. Il suo sito è www.sebastianomondadori.it



Ciao Sebastiano, senza dilungarmi su quanto sia un piacere averti qui su questo piccolo spazio che è Blogolonelbuio (e sai bene che lo è), parto subito con la prima domanda (oramai quasi standard): Mi racconti il tuo esordio da scrittore? Come hai convinto il tuo primo editore a pubblicarti? Quanto tempo hai dovuto aspettare prima di riuscire a trovarne uno? Come sono state la critica e l'accoglienza del pubblico?

Il mio esordio è del 2001, a trentun anni, con Gli anni incompiuti, pubblicato per Marsilio. Il libro l’avevo finito di scrivere nell’estate del ’98. Dopo un anno e mezzo di rifiuti più o meno motivati ho trovato l’editore. Ho ancora in qualche cassetto la lettera accorata, piena di passione per la letteratura, con cui convinsi Cesare De Michelis. Il giorno dopo mi fece chiamare dalla segretaria e mi convocò in casa editrice a Venezia. È nato un bel rapporto, durato tre libri e tre anni. La critica è stata ottima, e grazie ai numerosi premi mi sono concesso una gran bella vacanza con mia moglie e la allora nostra unica figlia Camilla. Il pubblico invece è stato molto più tiepido. Del resto il romanzo di un esordiente di quasi cinquecento pagine incute legittimi sospetti.

Tu lavori anche in campo editoriale, collabori o hai collaborato in passato con riviste e case editrici, mi descriveresti come vedi lo scrittore esordiente tipico (pregi e difetti)? E come immagini quello ideale?

Io dico sempre che mi ha giovato molto l’insuccesso iniziale rispetto alle mie altissime aspettative, tanto come uomo quanto come scrittore. Il principale difetto di un’opera prima sta nell’esuberanza narcisistica dell’autore, che vuole mettere tutto, troppo di sé, spinto dall’urgenza di dimostrare la sua bravura e ancora incapace di distinguere tra ciò che interessa al lettore e ciò che ha bisogno di scrivere per ragioni personali. È un errore scrivere con la pretesa di essere capiti dagli altri, scrivere significa prima di tutto raccontare una storia. È dai fatti, e non dalle rivalse personali, che prende forma il racconto.
I pregi forse stanno nella freschezza, nella libertà un po’ anarchica e ingenua con cui si butta tutto indiscriminatamente sulla pagina. Per questo è importante avere accanto un buon editor in grado di consigliare, suggerire, in certi casi richiamare all’ordine. Io non l’ho avuto, e oggi mi domando come sarebbe diventato il mio primo romanzo con l’aiuto di un editor.
L’ideale non mi interessa, rimane imbrigliato nelle nostre teste. La scrittura – come la vita – è prima di tutto compromissione con la realtà, e ognuno di noi si compromette a modo suo.

Scrivere racconti su un blog può essere a tuo avviso un modo per attirare su di sé l'attenzione di qualcuno all'interno di una casa editrice e magari ottenere una pubblicazione?

Può essere una via. Il problema dei blog sta nel loro meccanismo per altri versi virtuoso di dare accesso indiscriminato a tutti senza criteri di giudizio. Ci vuole pazienza per pescare il pesce buono nel mare magnum dei deliri.

Tu hai un agente che ti rappresenta? Credi che sia una figura che possa servire? Se sì, quali sono secondo te le agenzie più affidabili?

Io sono rappresentato da Grandi&Associati, che è una delle migliori agenzie in Italia. Ho un eccellente rapporto con Stefano Tettamanti e non posso che consigliarlo, anche se giustamente lui e l’agenzia sono molto selettivi nella scelta dei loro autori. Per chi vuole esordire consiglio sempre di investire quei quattro-cinquecento euro per essere letti e giudicati da un’agenzia. Invece che buttare il doppio se non il triplo dei soldi in una pubblicazione finanziata, avranno un parere attendibile sul valore del loro testo e nel caso ne valga la pena anche dei consigli concreti. Ci sono bravissimi agenti come l’Ali (Agenzia Letteraria Internazionale), Santachiara, Vigevani, Bernabò, Nicolazzini, Kylie Doust e un’altra buona dozzina. Ci sono anche dei ciarlatani però, per cui è fondamentale informarsi sempre prima di rivolgersi a un’agenzia che promette più di quanto possa mantenere scucendovi un sacco di soldi.

Parlami un po' del tuo Un anno fa domani (Istar libri - candidato al premio Strega 2010). Quanta fatica costa scrivere un libro così?

Un libro costa sempre fatica. È il mestiere che ho scelto e so bene che esistono fatiche molto più gravose. Il romanzo nasce dall’idea di raccontare l’ossessione amorosa di un uomo, Vittorio Congedo, che non riesce a liberarsi del fantasma della moglie Teresa, morta un anno prima in un incidente stradale la cui dinamica diventa sempre meno chiara nello sviluppo delle vicende. La storia si svolge nell’arco di due giorni, nel corso dei quali Vittorio beve incessantemente, e culmina nel matrimonio della cugina nella villa di famiglia in Toscana alla vigilia e nel giorno della finale dei Mondiali di calcio del 2006, dove Vittorio deve fare i conti con il proprio passato, la seconda moglie ventenne, l’azienda di famiglia e una verità che non vuole accettare.

Be', la domanda finale oramai è d'obbligo... chi vince lo Strega?

Se dovessi scommettere, punterei sulla Avallone perché Sorrentino lo pagherebbero alla pari.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto il libro del signor Mondadori e mi è parso ben fatto. Scrivere vuol dire raccontare storie. Verissimo.

Dark Morgan.

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