venerdì 11 giugno 2010

Intervista a Raul Montanari: "Oggi ci sono molti talenti, ma manca un movimento"

Oggi inserisco un'intervista a Raul Montanari, uno scrittore che apprezzo molto. Raul ha pubblicato finora dieci romanzi: “Il buio divora la strada” (Baldini Castoldi Dalai 2002), “La perfezione” (Feltrinelli, 1994), “Sei tu l'assassino” (Marcos y Marcos, 1997), “Dio ti sta sognando” (Marcos y Marcos, 1998), “Che cosa hai fatto” (Baldini Castoldi Dalai, 2001), “Chiudi gli occhi” (Baldini Castoldi Dalai, 2004), “La verità bugiarda” (Baldini Castoldi Dalai, 2005), “L’esistenza di dio” (Baldini Castoldi Dalai, 2006), "La prima notte" (Baldini Castoldi Dalai, 2008), "Stane cose, domani" (Baldini Castoldi Dalai, 2009).  Con Aldo Nove e Tiziano Scarpa ha composto la raccolta poetica "Nelle galassie oggi come oggi. Covers" (Einaudi, 2001).  
Il suo sito è http://www.raulmontanari.it/

Per prima cosa vorrei chiederti quali sono stati i tuoi primi passi come scrittore e come sei approdato alla tua prima pubblicazione. I risultati sono stati buoni fin da subito?

Ho scritto il mio primo racconto pubblicabile, Azzurro, a vent'anni, e solo sette anni dopo è uscito sulla rivista "Linea d'ombra", allora diretta da Goffredo Fofi. E' tuttora una delle cose più belle che ho scritto in vita mia, peraltro. Il primo romanzo è stato redatto nel 1988 ed è uscito nel ‘91. Insomma, c'è stata parecchia gavetta. Intanto mi facevo conoscere come traduttore letterario. Il romanzo che mi ha messo sulla mappa, come si dice, è stato il secondo, La perfezione, scritto nel '91 e uscito da Feltrinelli nel '94. Sempre troppo tempo fra scrittura e pubblicazione, ma poi le cose sono andate meglio. Anche perché La perfezione aveva avuto una tonnellata di recensioni, era piaciuto molto.

Mi racconti un po' del corso di scrittura creativa di Raul Montanari? E che consiglio daresti a chi cerca oggi di proporre un proprio manoscritto a un editore?

Il mio corso di scrittura è strutturato su più livelli. Ci sono due moduli d'accesso, due moduli intermedi e una specie di nirvana finale, cioè un modulo dove arriva gente davvero molto brava che inspiegabilmente non vuol più mollare il corso. Tanto è vero che devo mandarli via a calci, a volte! Ogni modulo dura 12 incontri, di un'ora e mezza ciascuno. Un allievo può fare tutto il percorso in tre anni, o metterci di più. In un anno vedo poco meno di un centinaio di allievi. Molti di loro hanno finito per pubblicare con i principali editori italiani, fra cui Mondadori, Einaudi, Rizzoli, Fandango e così via. La parte teorica del corso è mio copyright, ma in ogni caso gli argomenti sono consultabili nella sezione scrittura creativa di www.raulmontanari.it.
In questo momento consiglierei sicuramente a un esordiente di rivolgersi a un buon agente. Il sistema delle agenzie letterarie si è sviluppato appieno in Italia solo da una quindicina di anni a questa parte, ma ora è molto efficiente.

Che immagine hai della nuova generazione di scrittori italiani, ne segui qualcuno in particolare, credi ci siano dei talenti? E se sì credi siano valorizzati quanto meritano?

Ci sono molti talenti anche se manca un movimento, qualcosa di simile a ciò che nel '96 fu il gruppo dei "pulp" o "cannibali". Naturalmente appartenere a un movimento letterario o a una generazione con alcuni connotati omogenei non è un bene o un male in sé, ma aiuta, dà forza.
I talenti sono abbastanza valorizzati perché in questo momento in campo editoriale non prevale una linea uniforme. E’ possibile trovare da pubblicare con un editore grande (con il rischio naturalmente di essere l'ultima ruota del carro e non venire seguiti con la giusta attenzione) come con uno medio o piccolo. L'importante è non cedere MAI alla tentazione di pubblicare a pagamento, in nessuna forma, nemmeno quella particolarmente odiosa e sottile dell'editore che ti chiede di acquistare tu stesso un certo numero di copie del tuo libro. Non è mai uscito nulla di buono da quel tipo di esordio. Inutile citare il caso di Moravia, che pubblicò a proprie spese Gli indifferenti. A parte il fatto che erano altri tempi, e a parte il dettaglio che un singolo caso non fa giurisprudenza, Moravia più che pubblicare il romanzo lo fece stampare, che è una cosa diversa. Non fu ingannato dal sedicente editore.

E' possibile vivere solo con i proventi dei propri romanzi?

E' molto raro che uno scrittore debba vivere solo di questo. Di solito ai diritti d'autore si affiancano i compensi per articoli, racconti, incontri col pubblico. Direi che in Italia ci sono circa duecento autori che vivono della propria scrittura, fra cui il sottoscritto. La risposta è sì, è possibile.

Parlami del tuo Strane cose domani (candidato al premio Strega 2010 - Baldini Castoldi Dalai) e di cosa intendi per post-noir.

Parto dal fondo: il postnoir è un genere che ho inventato perché sono stanco di essere etichettato come autore noir. Si tratta di un equivoco molto grave per me, perché il vero pubblico del romanzo poliziesco prende in mano un mio libro aspettandosi il solito detective "rude ma bonario" (sono tutti uguali) e la solita inchiesta pseudosociale condita di ammazzamenti dosati con metronomica rassegnazione; non ci trova niente di tutto questo e giustamente rimane deluso. In compenso, un grande pubblico soprattutto femminile che è interessato all'introspezione e all'analisi delle dinamiche interpersonali non si accosta ai miei libri perché infastidito dall'etichetta. Quando queste lettrici prendono in mano uno dei miei romanzi, di solito dicono: Caspita, non credevo che tu scrivessi così, avevo un pregiudizio.
Diciamo allora che il postnoir è un modo di narrare in cui si mantengono la suspense e una certa atmosfera sottilmente minacciosa, tesa; ma per il resto il contenuto della narrazione non si piega a nessuno degli obblighi del genere.
Strane cose, domani, per esempio, racconta sostanzialmente la storia di un amore impossibile fra un uomo maturo e una ragazzina, e il tentativo di quest'uomo di riscattare la propria maschilità egoistica e violenta, attraverso il sacrificio di sé.

E infine... chi vince lo Strega?

Non io di sicuro.

A presto Raul! :-)

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Raul .Sono d'accordo con te quando dici che ci sono molti talenti tra le nuove leve della scrittura, ma non credo che siano come tu dici, abbastanza valorizzati, piuttosto credo che i meriti di questi scrittori siano un pò trascurati e che sia quelli bravi che quelli meno bravi siano considerati tutti, ad eccezione di qualche raro caso, autori da un colpo e via.

Samuel_treck

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