Nato a Genova il 9 dicembre del '30, fu docente di letteratura italiana presso le Università di Torino, Salerno e poi Genova e fu esponente di punta della neo-avanguardia del Gruppo 63. Fu autore di poesie in cui la dissoluzione del linguaggio, raggiunta attraverso la commistione delle forme linguistiche, intende porsi come registrazione della crisi storica dell'ideologia borghese, politica e letteraria: Laborintus (1956), Triperuno (1960), Wirrwarr (1972). A partire da Postkarten (1978), e poi con Stracciafoglio (1980), e Scartabello (1981) lasciò emergere progressivamente, nel recupero della comunicazione verbale, un registro parodico-ironico, tendenzialmente diaristico. Le sue raccolte poetiche sono: Segnalibro (1982), Bisbidis (1987), Senza titolo (1992), Corollario (1997) e Cose (1999). Nei romanzi, tra cui si ricorda Capriccio italiano (1963), prevale un sistema ludico di smontaggio delle tradizionali forme narrative e una volontà di recupero del linguaggio 'basso'.
Identikit
mi autoproduco, fragile, mi clono,
stacco me da me stesso, e a me mi dono:
mi autodigitalizzo, ologrammatico,
replicandomi in toto, svelto e pratico:
mi automaschero e, assai plasticamente,
sindonizzo il mio corpo, e la mia mente:
mi autoregistro, ormai, se mi iconizzo,
cromocifrato in spettro – e mi ironizzo:
(dalla raccolta Varie ed eventuali)
3 commenti:
Un altro che se ne va
Già, ed è un peccato!
Alda è partita a novembre, Edoardo ieri, ma le loro parole rimarranno eterne...
Sandra
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